Franco Battiato
Il progetto:
Con questa mostra si vuole documentare a taglio antologico la straordinaria ecletticità del personaggio Battiato e la capacità di spaziare sempre ad altissimo livello nei vari campi della cultura.
Sala 1: Manifesti
La difettosità congenita che ha
pervaso il mondo dell’arte postmoderna e contemporanea, e che viene espressamente citata dal Maestro Battiato come “male
oscuro” della contemporaneità, ha sostanzialmente coinvolto entrambe le
direttrici di pensiero che hanno governato il XX e continuano nel XXI secolo,
ossia: l’”Arte Astratta Geometrica”, che rappresenta l’aspetto razionale-concettuale della creatività umana,
e l’”Arte Astratta Non Geometrica” vale a dire la componente più gestuale-emozionale, sia essa a matrice
figurativa piuttosto che informale.L’Arte Contemporanea si trova infatti ingabbiata, da un lato, in un eccessivo
concettualismo che, rendendo sempre più egemonica l’idea partoriente che
sottende l’esecuzione dell’opera d’arte, rispetto al prodotto finito, porta la
stessa a porsi verso gli astanti in un piano di sostanziale incomunicabilità;
dall’altro l’oltremodo battuta espressività informale-gestuale che pervade la
quotidianità del fare artistico, unitamente ad un uso del kitsch forzatamente
shoccante e sbalorditivo, per molti aspetti
autoreferenziale, rendono altrettanto ostico ogni tentativo di relativa
decifrazione.Verso
queste condizioni di incomunicabilità, presunta o
reale, si è sostanzialmente indirizzata la ricerca espressiva di Franco
Battiato: incomunicabilità sociale, storica, culturale, linguistica, mediatica
che necessita di un colpo di spugna, una sorta di rimeditazione e rivisitazione
del modo di fare arte, alla stregua di precedenti illustri esempi (dal “Gruppo
Null”, al “Gruppo Zero”, al “Gruppo Uno”, al “Gutai”, per giungere alle
proposizioni neofigurativo-concettuali di Concetto Pozzati e Renato Mambor,
solo per citarne alcuni), ma questa volta ciò che cambia è la base di partenza,
l’archè di questa indagine; ossia l’esplorazione di campi esterni non può
prescindere da una accomunata ricerca (…)
Giosuè Allegrini